Mi hanno chiesto molte volte, anche pochi giorni fa, di scrivere un libro, parlando delle mie esperienze con le mamme, con i neonati, esperienze accumulate nel corso degli anni.
Per me lo scrivere ha sempre rappresentato uno scoglio, uno zoccolo duro con il quale confrontarmi, non perché non avessi nulla da dire, tutt’altro, ma perché ogni volta che mi si presentava l’occasione, sentivo la mia testa “ ingripparsi” .
Ora però sento la necessità di superare questa antica paura e di fare un passo avanti per iniziare questa danza che non so quanto mi porterà lontano.
Per cui siete avvisate, attente a voi……..
Iniziando proprio dalle mie ultime esperienze, potrei parlare di una raccomandazione che sempre faccio alle mamme dei neonati.
Quando un neonato piange, quali possono essere le motivazioni?
Un neonato può piangere:
- per fame,
- perché ha bisogno di fare un altro ruttino,
- perché non riesce a fare la popò,
- perché ha necessità di fare una “puzzetta ”
- perché ha il sederino arrossato,
- perché è troppo coperto,
- perché è stato troppo stimolato e non riesce ad addormentarsi,
- perché ha bisogno di sentirsi coccolato, accolto, rassicurato.
Insomma, potrei ancora continuare per ore, ma vorrei andare piano per non spaventarvi; il vostro piccolo ha bisogno di essere rassicurato non solo prendendolo in braccio ma anche attraverso le parole, si le parole.
Quando un piccolo piange la mamma, il papà o chi in quel momento si sta prendendo cura di lui, deve dire al piccolo, “ ti comprendo, so che stai soffrendo ed io sono qui, vedrai che insieme ce la facciamo ad uscire da questo momento così brutto”.
Credetemi saranno le braccia che lo stringono, sarà la vostra voce, sarà il fatto che sente di essere accolto in quel momento, ma il bambino si tranquillizza, si rilassa.
Alcune mamme all’inizio mi dicono: “ma così piccolo, può capire?”, si se solo voi siete lì con lui e per lui.